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Biografia di

 

  • Carlo Amedeo Reyneri

  •  

    Carlo Amedeo Reyneri

    Facilitatore nel
    Gioco della Trasformazione di Findhorn

    L'incontro con la Fondazione di Findhorn nel 1997 attraverso l'Experience Week ha portato Carlo Amedeo a scoprire un'energia che risuona perfettamente con la sua natura.
    L'anno successivo si abilita Facilitatore accreditato per condurre il Gioco della Trasformazione con l'idea di avvicinare a questo straordinario strumento di evoluzione tutti coloro che vedono la vita come un insieme di opportunità da cogliere.
    Attraverso esperienze varie di Gioco (Advanced and Solo Game Training, Planetary Game, Alchemy of Transformation, Framework Coaching Process Training) è arrivato a conoscere la sua co-creatrice, Joy Drake, con la quale ha co-facilitato nel maggio 2015 a Torino, nella versione allargata a sei giocatori.
    A luglio 2016 ha partecipato al Planetary Game in occasione del 40° anniversario dell'ideazione del Gioco e ad un Training Avanzato per facilitatori condotto dalle sue 2 creatrici, Joy Drake e Kathy Taylor, e dalla sua sviluppatrice Mary Inglis di nuovo insieme a Findhorn per l'occasione.

    "Sono architetto libero professionista, esperto in Feng Shui, e istruttore di Tai Chi Chuan: mi occupo perciò di trasformazione a tutti i livelli e ritengo che il Gioco della Trasformazione sia uno strumento molto valido per affrontare i cambiamenti che la vita ci fa fare.
    Ho incontrato il Gioco della Trasformazione nel mio studio di Torino nel 1986: Joshua Nicolosi, membro della comunità, era arrivato da Findhorn per condurre il Gioco nei tre giorni di un fine settimana. Una ventata di energia di rinnovamento si dispiegò nella mia vita e nei locali dove ancora oggi svolgo la mia attività, smuovendo situazioni che ristagnavano da tempo.
    Fu così che sperimentai di persona la forza travolgente del Gioco della Trasformazione e che decisi di andare a Findhorm per scoprire dove avesse avuto origine questo "Gioco dell'Oca" per il cambiamento.
    L'esperienza del Gioco continuò con l'acquisto della versione in vendita nei negozi come gioco di società, dopo che avevo trascorso qualche periodo a Findhorn e provato sulla mia pelle cosa voleva dire essere aperto all'Intuizione ed agli Angeli: la vita diventava un gioco di opportunità da non lasciarsi sfuggire.
    Le prime prove di conduzione del Gioco della Trasformazione le feci con i miei amici praticanti di Tai Chi Chuan in occasione dei seminari residenziali del mio Maestro cinese.
    Alla sera ci si ritrovava in camera e si giocava per un paio d'ore, in una bellissima atmosfera di condivisione di esperienze.
    Nel novembre del 1998 frequentai con successo il Corso di Formazione per diventare facilitatore accreditato al Cluny College presso Findhorn.
    A distanza di oltre 17 anni ricordo ancora la sensazione di sentirsi in una scatola magica dove tempo e spazio si dilatavano e si comprimevano in un inarrestabile processo di trasformazione delle proprie esperienze di vita.
    Da allora il Gioco della Trasformazione accompagna la mia vita e il mio lavoro nell'aiutare le persone a seguire la propria strada di crescita e di esperienza, scoprendo ogni volta la "non casualità" di quello che normalmente definiamo caso.
    Ritengo infine che il Gioco della Trasformazione sia anche un mezzo per amalgamare un gruppo di lavoro nel raggiungimento di un obiettivo comune attraverso le singole specificità che si possono esprimere nel processo di trasformazione di ciascuno.
    Giochiamocela bene questa vita!"
    Carlo Amedeo Reyneri
    Vai al sito di Carlo

    In occasione dell'inaugurazione dopo l'intervento di restauro della Chiesa di "San Bernardino da Siena" di Torino, Carlo Amedeo Reyneri, insieme al suo staff, ha organizzato un evento di alta qualità!

    Le Verdi Note dell' Antoniano a Saluzzo





    vedi il Trailer



    INTERVENTO DI RESTAURO DELL'ALTARE MAGGIORE E DELLE VETRATE DELLE CAPPELLE LATERALI
    Progetto e Direzione Lavori: Arch. Carlo Amedeo Reyneri di Lagnasco e Arch. Marialuce Reyneri di Lagnasco

    Nel 2015 ricorre il primo centenario dell'istituzione a Parrocchia autonoma della Chiesa di San Bernardino da Siena (12 luglio 1915), affidata ai Frati Minori di San Francesco, per questa occasione Frate Guardiano Padre Fedele Pradella intende promuovere l'intervento di restauro dell'altare maggiore e delle vetrate delle cappelle laterali della chiesa.
    Le condizioni generali del manufatto sono buone, grazie alla continua cura dedicatagli da parte della proprietà, anche se il tempo e le vicende, che sono elencate in dettaglio nella cronologia storica, hanno trasformato in modo significativo l'assetto originario della costruzione.
    La Chiesa di San Bernardino da Siena di Torino, edificata tra il 1891 e il 1893, è uno dei primi lavori dell'architetto Giuseppe Gallo (1860 - 1927), protagonista dell'architettura religiosa piemontese tra Ottocento e Novecento. Allievo di Carlo Ceppi, la sua attività di progettista è stata quasi esclusivamente limitata all'edilizia sacra, per via del suo profondo sentimento religioso, ed è caratterizzata da una propensione per le teorie di Violet Le Duc, da sperimentazioni juvarriane sugli archi, da una forte attenzione all'ornamento e alla struttura e da una rivalutazione e rielaborazione dello stile Barocco.
    L'intervento di restauro proposto riguarda l'altare maggiore, comprese le vetrate del Padre Eterno, di San Francesco e di San Pietro di Alcantara, opera dell'artista Pietro Gugliemi e il dipinto dell' "Immacolata Concezione attorniata da angeli con San Bernardino e San Fulgenzio Vescovo", firmato Guglielmino della Scuola Reffo (1918), nonché le 2 vetrate delle cappelle laterali del Sacro Cuore e della Santa Vergine.

    Proprietà: Provincia dei Frati Minori di San Tommaso Apostolo in Piemonte
    Committente: Parrocchia di S. Bernardino da Siena
    Alta Sorveglianza: Arch. Bona, Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le Provincie di Torino, Asti, Cuneo, Biella e Vercelli; Dott. Mario Epifani, Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Piemonte









       


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