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Approfondimenti

   
"E' proprio tentando di evitare gli stati d’animo negativi che diamo loro il potere di controllare la nostra esistenza.
Imparando ad ascoltare e a tenere in debito conto le emozioni più profonde, diminuiremo invece gradualmente la presa che esse esercitano su di noi."


John Gray
 




Tra gli argomenti trattati nel mio sito ho preparato questo settore intitolato "Il Femminile che cresce per un mondo migliore" selezionando testi specifici sulla psicologia e sulla spiritualità prettamente Femminile, per provare a comprendere quali possano essere le motivazioni profonde che sono insite nella "cultura umana", in tutte le sue variegate sfaccettature, e che muovono le singole menti a ritenere ancora lecito perpetuare una così ingiusta discriminazione tra persone che vestono un corpo femminile da quelle che ne vestono uno maschile.
E questo nell'ottica che ormai è provato e comprovato che una mente e un corpo femminile possono concepire e fare le medesime cose di un corpo maschile (ad esclusione, naturalmente, di questioni prettamente specifiche...) e viceversa (le mani di un uomo sono perfettamente in grado di caricare una lavastoviglie o sostenere un ferro da stiro...).
 
Nonostante ciò, purtroppo, ancora la stragrande maggioranza degli esseri umani pensa e ritiene che alcuni settori delle tantissime attività umane siano di competenza esclusiva di un genere piuttosto che dell'altro, e, nella migliore delle ipotesi, gli sconfinamenti vengono visti con imbarazzati sorrisi di compiacimento, ancora prova di pregiudizio e non di vera integrazione.
E si può anche riscontrare che i pregiudizi non provengono solo da una lato, ma da entrambi.
Nei millenni di isolamento e schiavitù mentale e fisica le donne hanno perso il senso della sorellanza e di solidarietà, del gioco di squadra e del sostegno reciproco, adottando dinamiche di competizione per garantirsi le attenzioni del "padrone" ed emergere dallo svilente anonimato in cui sono state relegate troppe meravigliose persone...solo perchè nate in un corpo femminile.


Insomma, i pregiudizi dominano le nostre esistenze impedendoci, anche e troppo spesso a nostra insaputa perchè relegati nelle profonde oscurità del nostro inconscio, di esprimere il massimo delle nostre potenzialità, non solo come singoli individui (di qualsiasi genere siamo), ma anche come "specie Umana".
Pare che a noi umani, invece di cercare di realizzare il vero benessere a tutto tondo, piaccia di più giudicare, settorizzare, dividere, imporreù nella speranza di trovarsi, con l'aiuto delle proprie divinità, dalla parte dei più "fortunati"...

Sì, perché in una cultura che "pre-giudica" e vuole uniformità e sottomissione i valori e le "meraviglie" personali ed uniche degli individui non hanno spazio, non possono essere sviluppati, a meno che non possano essere sfruttati economicamente dal "sistema"... Solo alcuni e pochi hanno il diritto di soddisfare le proprie velleità a discapito della moltitudine.
In questi casi, noi umani, ci giustifichiamo mettendo in evidenza che anche in Natura vince il più forte, fa parte della selezione del Dna migliore...
 

(Quando conviene siamo anche noi animali e giustifichiamo i nostri atti come se fossero dettati dalla suprema legge della Jungla, altre volte ci mettiamo sul piedistallo della cosiddetta "evoluzione" per arrogarci il diritto di predominio sul resto della Natura... bah... abbiamo sempre la scusa buona per essere egoisti e poco lungimiranti...)

Certamente le leggi naturali hanno la loro importanza, ma nelle altre specie animali è veramente messa in gioco la selezione di quanto di meglio e più forte, in termini di resistenza fisica e capacità di sopravvivenza, i singoli individui possono fare per il bene del branco, nel tentativo giusto ed equilibrato di garantire il futuro della specie.

Nel genere umano, invece, e i fatti lo dimostrano quotidianamente, non sempre vince il migliore per un bene comune, e le scelte del vincitore (o dei vincitori) sono troppo spesso rivolte a soddisfare poche esigenze strettamente legate ad interessi egoistici.
Molto spesso, e lo vediamo soprattutto nel "campo ecologico" le scelte dei più forti sono addirittura devastanti!
Inoltre, io trovo sconvolgente il fatto, troppo spesso evidente, che l'unica peculiarità che ci distingue dagli altri esseri viventi, cioè la presenza nel nostro cervello della corteccia cerebrale, con la quale avremmo lo straordinario potere di immaginare e concepire il futuro (nessun altro animale lo possiede!), non venga assolutamente utilizzata per il potenziale benefico che ha in sè!!!
Altro che futuro per il proseguo della specie!!!

Sempre più ricercatori stanno sostenendo che "Homo sapiens sapiens" sia stato creato ad "immagine e somiglianza" di dei creatori, i quali, con ben precise manipolazioni genetiche ci hanno fornito capacità ed intelligenza superiori a qualsiasi altra specie umana esistita prima sulla Terra.
Quindi, ci avrebbero creati con la corteccia cerebrale per poi impedirci di usarla? E noi umani, piuttosto che renderci liberi pensatori, innovatori e costruttori di un Mondo migliore, facciamo di tutto per non utilizzarla???
È proprio il caso di dire: Che peccato sprecare tutto questo "ben di Dio"!

Certamente, potrà suggerire qualcuno, grazie alla corteccia cerebrale abbiamo a disposizione decine e decine di strumenti altamente tecnologici che ci allontanano anni luce dai nostri antenati Neandertaliani!
Ma se questa tecnologia non è accompagnata da una evoluzione di coscienza, forse possiamo dire che i Neandertaliani erano più evoluti di noi, in termini di capacità di sopravvivenza!

Sì, però, i neandertaliani andavano in giro con la clava per rapire le donne e trascinarle per i capelli nella caverna!!!
Alzi la mano chi non ha visto almeno una volta una vignetta simile su "La settimana enigmistica"!

Non vorrete mica dire che questo "immaginario collettivo" giustifica i femminicidi che stanno dilagando nella nostra "altamente avanzata società tecnologica"?

 
Queste riflessioni, allora, possiamo e dobbiamo ricondurle anche nel provare a riconsiderare le condizioni di vita di donne e uomini e soprattutto nella consapevolezza che, fino a che qualcuno soffrirà per queste discriminazioni di genere, l'Umanità intera ne soffrirà di conseguenza e in maniera indissolubile.
Non è una partita equa quella che stiamo giocando: il migliore risultato auspicabile per tutti sarebbe, piuttosto, il "pareggio" di una magnifica partita amichevole in cui ognuno compie e mette in mostra i propri virtuosismi migliori e il "ricavato" venga donato in una "beneficienza collettiva"!

Quanto è ancora falsamente "utile" per la specie umana continuare a "discriminarsi" in termini di maschile e femminile, soffocando meravigliose doti insite nei singoli individui, rinunciando a esprimere forze ed energie preziose e indispensabili per garantire un futuro migliore ai cuccioli della nostra specie?
Chi ha avuto interesse a dividere l'umanità in due parti così distinte, insegnando che, per essere felici, una di queste deve essere sottomessa, sottosviluppata, sofferente e muta?
Quando è stata fatta questa manipolazione culturale che ha spaccato dolorosamente in due il Pianeta?

Sono domande che possono, oggi, avere una risposta, per sostenere la speranza di un vero cambiamento, grazie non solo alle ricerche in campo psicologico e sociologico, ma anche dai nuovi approcci con cui oggi i ricercatori affrontano lo studio della archeologia, della preistoria e della storia, della nascita delle religioni e delle varie culture del passato.
Ed è veramente importante questa rivalutazione, soprattutto per iniziare a smontare quel qualunquismo che va sotto il motto "ma le cose sono sempre state così, da che mondo è mondo...".

Infatti, le scoperte archeologiche e paleontologiche degli ultimi 50 anni circa, hanno portato alla luce prove concrete che prima di della predominante cultura cosiddetta "patriarcale", in cui i Maschi dominano e comandano sulle Femmine, esisteva un modo di vivere delle "primitive" comunità umane in cui le due componenti erano armonizzate in base alle specifiche competenze, senza il predominio di un genere sull'altro.
Per contrapposizione concettuale, queste comunità sono state denominate "Matriarcali", e la nostra mente emotiva, forgiata e contraffatta da millenni di schiavitù culturale, ci fa immaginare una società dove le donne siano state al potere e gli uomini ridotti in schiavitù, martirizzati magari dai capricci "isterici" delle loro padrone...
Nulla di più sbagliato, e sintomo della distorsione che la condizione "patriarcale" ha provocato anche sulla nostra possibilità di immaginare un mondo diverso e un modo più equo di relazionare tra noi.

Sarà sufficiente leggere dei libri per cambiare gli animi dei singoli individui e quindi l'umanità? Non penso, ma è sempre un buon punto di partenza.
Il lavoro da fare è tanto e parte sempre da noi stessi, dalla nostra storia personale, dalle nostre idee e dal nostro desiderio di apportare cambiamenti positivi in noi e intorno a noi.
Una buona lettura può essere l'inizio di una nuova storia, lo spunto per nuove riflessione, l'accendersi di una nuova consapevolezza che forse un modo diverso e migliore di vivere insieme, accettando le diversità per integrarle in noi, può esistere.
Allora, ho compiuto questa prima selezione di alcuni autori e delle loro opere che possono aiutarci a capire quale può essere la nuova strada da intraprendere insieme, donne e uomini, con l'unica grande consapevolezza che sarà solo nella solidarietà di "specie" unica e variemente colorata che troveremo un modo di inventarci un mondo migliore.

I veri nemici sono da ricercare proprio nei pensieri che si settarizzano, ci vogliono separati, arrabbiati gli uni contro gli altri, spaventati, così ci possono dominare, influenzare, rubare le nostre più gioiose energie.

 

Qualcuno ha mai letto il libro "Momo" di Michael Ende?

Attenzione!!!
Non è un libro per bambini!!!

Dobbiamo leggerlo noi adulti, per poter reimparare ad immaginare per noi e i nostri figli un mondo dove si possa credere nella vera libertà di pensiero!!!

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Le autrici e gli autori selezionati per questo settore:





 
Natalia Aspesi
Letizia Bianchi
Giulia Bongiorno
Emanuela Bruni
Riccardo Bucciarelli
Francesca Cenci
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Serena Dandini
Nadia Fusini
Lilli Gruber
Elena Gianini Belotti
Anne Givaudan
Loredana Lipperini
Michela Murgia
Veronica Passeri
Lorella Zanardo




 
Suad Amiry
Rita Levi Montalcini
Valeria Palumbo




 
Taisha Abelar
Paola Biato
Jean Shinoda Bolen
Selene Calloni Williams
Zuleika Fusco
Lucia Giovannini
Tiziana Luciani
Monica Morganti
Robin Norwood
Clarissa Pinkola Estés
Nicola Riva
Marie-Louise von Franz
Kris Waldherr




 
Riccardo Bucciarelli
Nives Favero
John Gray
Ilse Sand




 
Louise L. Hay
Sharon L. Lechter
Donatella Metelli
Maria Montessori
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Ean Begg
Syusy Blady
Ricardo Coler
Giovanni Feo
Heide Goettner Abendroth
Robert Graves
Kathy Jones
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Vicki Noble
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Arturo Schwarz
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Il Maschile che cresce per un mondo migliore
Psicologia, Crescita Personale, PNL
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Affiancato a questo settore, ho selezionato, in un reparto a sé denominato "Il maschile che cresce per un mondo migliore", anche una serie di titoli di testi dedicati alla psicologia e alla spiritualità del maschile nella attuale società, e con uno sguardo curioso e speranzoso su modelli differenti di pacifica e fruttuosa convivenza.

INVITO, dunque, alla lettura dei testi di questo settore, anche se siamo donne: ci aiuterà a comprendere meglio l'altra metà del cielo, nelle sue fragilità ma soprattutto nelle sue belle potenzialità.
Conoscere fa diminuire la paura, accorcia le distanze, aiuta di certo alla comprensione di se stessi e degli altri, per trovare insieme una vera e serena soluzione alle difficoltà relazionali del nostro Tempo attuale.

Voglio, in tale sede, mettere in risalto una interessante iniziativa: segui il link